Etica : Etica, sempre la solita mancanza |
Inviato da tc il 20/5/2010 16:05:03 (2439 letture)
Questa mattina ricevo una lettera da Roberto Vigiani, guida alpina, nella quale leggo la sua sorpresa per aver scoperto che online c'è tutta la relazione o topografia di una delle sue falesie. Nella sua lettera indirizzata al gruppo di Equilibri Precari di Pisa, Roberto si stupisce del manifesto scritto sul sito in questione e, alterato per l'accaduto, risponde con la promessa di schiodarla tutta (la falesia che ha chiodato lui) se questa non verrà tolta da internet. Noi di toscoclimb, ed io in prima persona, NON ci stupiamo dell'accaduto che è anche motivo per il quale non abbiamo mai pubblicizzato questo genere di iniziative o linkato simili siti. Vorrei far notare a tutti, a titolo personale, quanto il manifesto parli da solo, basta leggerlo per rendersi conto che chi lo ha stilato ha poca conoscenza oltre che dell'arrampicata, di due vocaboli, di due concetti, "rispetto ed etica", parole che vigono nell'aria da quando è nato il mondo, non soltanto l'arrampicata, e che quasi sempre, un pò per ignoranza di base un pò perché si fa finta di non capire, non vengono, scusate la ripetizione, rispettate. (segue tutto>>)
I n tale manifesto (che riportiamo nel seguito del nostro articolo) si inizia subito con due parole di tipo costituzionale "diritti e doveri dell'arrampicatore", che al primo impatto sono molto forti ma che potrebbero essere giuste se ben interpretate e se utilizzate nelle giuste occasioni. Purtroppo leggendo i pochi punti scadenti di questo "manifesto" si evince molto di quanto poco rispetto ci sia alla base. Speravamo di leggere altro, i diritti e doveri sono pochi, come abbiamo sempre cercato di far capire attraverso il web, noi di toscoclimb e di tutti i nostri siti amici, concetti del tipo:
- lasciar pulito un posto, pulirlo, non scacazzare ovunque ma imparare a sotterrare i nostri rifuiti organici in luoghi appartati, rispettare i padroni dei campi, rispettare chi ha chiodato per noi, rispettare la roccia fino a da arrivare concetti più fini del tipo non lasciare strisciate di magnesite per indicare le prese, cose del genere ...
Continuo a non capire dove stia lo stupore di Roberto (sic!): alcuni appartenenti a questa associazione anni addietro furono trovati nella falesia di Vecchiano su vie di arrampicata con piccozze in mano che usvano gli appigli delle vie per la progressione, altri mandarono a quel paese chi non partecipava a una raccolta per la chiodatura, .... Noi fummo i primi a denunciare tale mancanza di rispetto ed etica, o dovrei chiamarli diritti e doveri? Per chi non mi conoscesse, chi vi scrive non è un novello arrampicatore, sono di Pisa, nei miei primi anni di arrampicata ho cambiato soste e chiodi a circa 70 vie (a Vecchiano intendo), chiodando e richiodando da solo ma pure con gran piacere (a Vecchiano e anche in altri luoghi, chiedendo però sempre a quelli che c'erano prima di me consigli e storia dei posti), ho contribuito alla chiodatura e alla richiodatura di molti luoghi insieme ad altri miei cari amici come Vigiani stesso o Pacini; posso fare senza problemi molti altri nomi di persone dedite all'arrampicata come Funk, Moneta, Rossi, Landi, Malerba, Astorri, Della Valle, Gianfranceschi, Buricchi, Battistella, Ricciotti, Fiera, Merler, Bendinelli, Salvadorini, Andreozzi, mi scuso con tutti gli altri, potrei andare avanti ancora e ancora; nessuno di questi è mai stato interpellato o chiamato se non per cercare di fare qualcosa che nessuno ha mai capito in maniera trasparente. Il punto in questo caso è cercare di arrivare a un obiettivo seguendo una direzione ben precisa alla quale arriverò subito oltre ad arrivarmi lamentele da molti arrampicatori che mi hanno chiamato o scritto dicendomi che negli ultimi tempi le cose stanno andando sul ridicolo, che se non dai soldi sotto la parete vieni guardato male, sentendosi così nell'obbligo di "donare".
Arrivo alla direzione di cui parlavo prima, ovvero cosa ci prefigiamo, o meglio cosa si prefige di fare una parte di questa associazione? Sarò diretto e invito tutti a riflettere su un punto ben preciso: chi guarderà alcuni, pochi, particolari noterà subito che tutto questo movimento di nuovi arrampicatori e alpinisti spuntati dal nulla (posso parlare in prima persona perché sono circa 20 anni che conosco l'ambiente e le persone e vivo a Pisa) vuol portare in alto e a tutti i costi un qualcosa di strettamente legato a un movimento politico e cioè tessere che da un lato portano soldi attraverso donazioni e dall'altro un peso numerico a un progetto, ripeto, politico; so per conoscenza diretta che a molti tesserati non va giù questo connubio ma si sa, "pur di scalare al muretto d'inverno ...". Continuo sottolineando, sempre a questo proposito, e questo è rivolto a coloro che organizzano indirettamente le cose, che l'anarchia è molto bella ma solo se vengono rispettate le regole ovvie che non hanno bisogno di essere scritte ma PURE se vengono rispettati tutti coloro che non fanno parte del "gruppo"; a coloro che anni fa mi vollero regalare la tessera rispondo nuovamente che il mio non essere tesserato fa di me un esempio di anarchia.
Concludo dicendo che politica e arrampicata DEVONO rimanere ognuna al loro posto. Voglio sperare (ma ne dubito) che ci sia un gran ripensamento sugli accaduti e che le pareti sono si, di tutti, ma non lo è l'operato delle persone; in parole più semplici "a nessuno e vietato andare scalare in posti chiodati dai "soliti" ma divulgare il lavoro fatto da altri si, peggio se questo ha per obiettivo quello di ottenere una certa immagine, in questo caso, è stata pessima. Per chi avesse da obiettare sull'operato pluridecennale di toscoclimb, di cui ne sono il direttore, che è promotore di falesie e quant'altro che tutti sanno vorrei dire che le relazioni, TUTTE, vengono inviate dai chiodatori stessi, sempre citati, cosa non fatta sul sito in questione anche perché di molti posti citati si conosce poco, si è ripetuto poco e non se ne conoscono i chiodatori, o si fa finta di non saperlo.
Altro, riferito a Vecchiano. Il gruppo di arrampicatori che va a Vecchiano forse non sa che il sottoscritto insieme al sig. Gigi Rossi e al sig. R. Ghezzi avevano a suo tempo fatto di tutto (anche per vie legali) per evitare la chiusura del settore Valle dei porci, quando un proprietario totalitario voleva farci causa e molti del gruppo su citato ancora non avevano toccato la roccia. Oggi se voi arrampicate lì dovreste almeno saperne il perché, mentre io ne approfitto ancora per ringraziare chi le vie, lì, me le aveva già fatte trovare. Altra mia sorpresa fu quella, parlando un giorno con una mia cara amica che era venuta a conoscenza di una idea, in parte bella, di "adotta una via", elencandomi una serie di vie già "richiodate" dalla suddetta "equipe" fra le quali veniva elencata Petite Nanou, via che ho richiodato io con golfari resinati (e le vie da me resinate a Vecchiano sono molte); anche in questo caso mi pare molto grossa la mancanza di rispetto.
Chiudo questa lettera aperta dicendo che, come sempre, sono aperto alle riflessioni che seguiranno e ai commenti che arriveranno in redazione, purché costruttivi.
Toni Lonobile, arrampicatore e direttore di toscoclimb
N.B. a quest'ora della giornata la falesia è stata tolta ma rimangono le altre delle quali sappiamo che non è stato dato consenso. Considero questa cosa infantile, per non usare un termine più duro, per due motivi: Il primo perché non si ha coraggio di affrontare alcune situazioni Secondo, perché se si è convinti di essere nel giusto tornare al punto primo
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