Etica : L'importanza dell'outdoor nell'indoor ovvero cosa non fare f |
Inviato da tc il 29/11/2011 05:07:11 (3651 letture)
luca.Andreozzi, foto di marco.Ricciotti
| L'altra sera ricevo una telefonata da Andrea Andreozzi che mi chiede di pubblicare una notizia su un fatto avvenuto domenica 27/11 presso la falesia di Tomeoni, muro dei tossici, da lui inizialmente chiodata, poi richiodata etc, etc., e che si trova su un terreno privato. Il fatto, sicuramente non "volutamente" vandalico, è stato commesso da arrampicatori che credendo di far bene o di fare non si sa cosa hanno tagliato rami di ulivi e quant'altro. L'episodio in sé rimediabile ha in realtà avuto una conseguenza radicale ma totalmente capibile da parte del padrone, ovvero la CHIUSURA del campo e ovviamente DELLA FALESIA e così l'impossibilità da ora in poi di accedere, PER TUTTI alla bella falesia in questione, molto comoda tra l'altro in questi periodi dell'anno. Da qui nasce il titolo di questo articoletto, "L'importanza dell'outdoor nell'indoor ovvero come comportarci a casa di altri e fuori dal proprio muretto". Siccome ho sempre espresso personalmente, da chiodatore e richiodatore il mio parere a riguardo, vorrei questa volta lasciare spazio alle parole del mio amico Lorenzo Abbarchi, Camaiorese DOC, che chioda e richioda da circa 25 anni nella sua zona, riguardo l'accaduto, chi ha orecchie, intenda: "Avevo circa 16 anni quando ho cominciato ad arrampicare,era il 1990..."
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Avevo circa 16 anni quando ho cominciato ad arrampicare, era il 1990, per mia fortuna conobbi i ragazzi che si adoperavano ad attrezzare le pareti circostanti. Mi hanno insegnato ad arrampicare, a chiodare, a pulire e tracciare dal nulla sentieri che ti portassero nel sottoparete.Tutto questo è stata ed è passione, ma anche un lavoro "non retribuito". Sono stato abituato a fare i sentieri, per le pareti, con il pennato in mano e non per per spaccarlo sulla testa al primo che incontro ma per pulirlo (il sentiero) in modo da non farlo diventare un peso, cosi si faceva tutti un tempo! Ora io mi chiedo come delle persone si prendano la briga di venire qui ad arrampicare facendosi 20, 30, 100 km per arrivare sotto la falesia passando da sentieri "in alcuni casi immersi dai rovi e piante varie" senza tagliare un piccolo ramoscello ma poi tagliando alberi sotto parete in modo selvaggio, senza neanche pensare che certi terreni potrebbero essere privati e che quegli alberi potrebbero essere parte del lavoro di un uomo. Certe volte i forestieri si limitassero a lasciare i lavori di chiodatura e pulizia della falesia a chi se ne occupa da sempre, non prendere iniziative ma limitarsi semplicemente a godere del lavoro altrui rispettandolo; l'unica cosa intelligente e veramente apprezzata da tutti sarebbe quella di pulire le vie dalla magnesite dopo avere arrampicato, portarsi via i propri rifiuti, le proprie cicche e magari anche quelle degli altri, con questo aiutereste veramente chi stà lavorando qui nella valle di Camaiore o in qualsiasi altro posto.
| Ci divertiamo in falesia se per primi rispettiamo sia chi ci ospita sia il lavoro altrui foto: Luca Andreozzi ripreso da Marco Ricciotti
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