Etica : Questione di Etica, aggiornamento 2015 |
Inviato da tc il 21/2/2015 05:37:20 (3752 letture)
Etica e Morale
| [ETICA] Questione di Etica - un articolo per riflettere di roccia, di carta e di Html Accolgo con gran piacere quanto scrive Roberto Vigiani su una questione nota fin dall'apparire dell'uomo: il bivio davanti al quale ci troviamo quando dobbiamo fare la giusta scelta. Il problema è più difficile di quanto sembra perché a tutti noi è concesso di sbagliare (meno male! non nasciamo perfetti, altrimenti finirebbe anche il gusto della vita) ma ultimamente (il problema) viene amplificato, più che mai nella storia, dalla gran confusione, a causa o grazie ai social. Gli approfittatori svolgono incontrollati i loro tornaconti a scapito di chi, sempre, ha agito e lavorato trasparentemente. Oggi si legge di tutto sul web e si compra di tutto, sempre attraverso il web (purtroppo ci si vanta anche da soli della propria inesistente gloria a scapito spesso di coloro che ci reputavano amici, invece solo povere conoscenze), dimenticando spesso che la realtà, quella concreta, è costruita dagli uomini che lavorano. La giusta scelta è davanti a noi ma quanti decidono la strada più difficile? (Toni Lonobile)
LEGGI LA QUESTIONE DI ETICA, di Roberto Vigiani>> | QUESTIONE DI ETICA
Quante volte abbiamo sentito usare (abusare di) questa frase… tutti pensiamo di rispettare un’etica, nel lavoro, nello sport, nel sociale, insomma nella vita in generale. Etica, se apriamo Wikipedia possiamo leggere: "etica, termine derivante dal greco antico ἔθος, èthos, "carattere", "comportamento", "costume", "consuetudine"; in filosofia studia i fondamenti razionali che permettono di assegnare ai comportamenti umani uno status deontologico, ovvero distinguerli in buoni, giusti, leciti, rispetto ai comportamenti ritenuti ingiusti, illeciti, sconvenienti o cattivi secondo un ideale modello comportamentale". Nell’alpinismo spesso si usa per riferirsi ad un comportamento non scritto che rispetta certe regole, certi valori del “by fair means” cioè dell’affrontare la montagna con mezzi leali. In arrampicata è etico affrontare una parete usando il minor aiuto tecnologico possibile: se usiamo gli spit siamo poco etici, i chiodi a fessura sono più eticima le protezioni veloci lo sono ancora di più. Parliamo di etica spesso e a volte solo per indicare il modo in cui facciamo una prestazione.
Oggi però non voglio parlare di etica sportiva ma di etica morale che in ogni caso riguarda il nostro sport e che in particolare riguarda il modo di divulgare le informazioni sulle montagne, falesie e tutto quello che riguarda l’alpinismo. Una volta (nemmeno troppo tempo fa), quando si voleva visitare un posto nuovo, si telefonava ad amici che c’erano già stati, si raccoglievano informazioni e, con la cartina stradale alla mano, si arrivava a destinazione. Dopo aver perso un po’ di tempo a orientarci, al bar del paese più vicino o alla libreria della cittadina si comprava la guida di riferimento del posto: leggendo e toccando questo libretto elargiva informazioni preziose sul sito dove si era diretti per scalare. Gli autori erano quasi sempre le persone che avevano fatto la storia del posto, magari non in toto, ma che sicuramente avevano passato anni appesi a quelle pareti, bestemmiando contro sassi pericolanti, corde incastrate, vegetazione infestante e chi più ne ha più ne metta. Nessuno si sarebbe mai sognato di andare in altri posti che non erano i “propri” per divulgare quello che era stato fatto da altri, almeno che non ci fosse il consenso dei locali (ma mai nessuno lo ha dato, che mi risulti). Da quando internet è entrato nelle nostre vite tutto questo è andato perso. Ora in rete si trova tutto, informazioni aggiornate e dettagliate vengono scaricate prima di partire, foto chiare e Google map permettono di non sbagliare accessi e i navigatori satellitari ci portano nel sito senza nemmeno pensare a guardare fuori dal finestrino: basta seguire le indicazioni della voce guida (possiamo scegliere anche se maschile o femminile!). Ora io mi chiedo: chi mette queste info in rete? forse sono i soliti famosi “local” che non hanno più voglia di scrivere guide? Oppure sono degli esperti conoscitori delle zone che vogliono divulgare la magnificenza del posto visitato? In alcuni (rari) casi sono loro, in altri (la maggior parte) sono degli individui che, pur di comparire, anche solo marginalmente, non si fanno scrupoli a mettere informazioni dettagliate in rete con relazioni foto. Persone che magari, avendo contribuito in minima parte al progetto di valorizzazione, si sentono nel diritto di scavalcare chi invece è da una vita che si fa in quattro, con risorse economiche, tempo ed energie personali, il tutto in nome di un momento di gloria su una rivista,su un social network o su un sito internet. Come se ciò non bastasse, negli ultimi anni questa “moda” viene praticata anche sulla carta, in nome di un non ben identificato diritto di cronaca: sono comparsi dal nulla anche individui in carne ed ossa a copiare o redigere delle intere guide cartacce di posti dove loro non hanno nemmeno piantato un chiodo (e spesso non ci sono neppure andati): questa è un’altra storia, ma anche qui si dovrebbe riflettere sul significato della parola etica!
Si può quindi dire che oggi, con ogni mezzo, ognuno sia libero di “condividere”, e con internet ognuno può accedere alla conoscenza senza pagare un centesimo, o giusto pochi centesimi, che certo non sono sufficienti neppure per uno spit di scarsa qualità. Io ho imparato con il tempo a non fidarmi più di certe informazioni date da questi pseudo paladini dell’informazione globale: spesso sono sbagliate o poco affidabili. Ma soprattutto, anche se le informazioni fossero affidabili e pur ammettendo che la rete sia un serbatoio eccezionale di informazioni utili, io non sono d’accordo. Sono invece convinto che pubblicare informazioni non proprie, senza scrupoli e senza pudore, significhi nascondersi dietro all’assioma della comunicazione globale che recita quanto sia “bello condividere i posti e le info con gli altri”.
Chi lo fa dovrebbe onestamente ammettere, senza vergona, un antichissimo aspetto umano che solo etica e rispetto potrebbero mitigare e che spiegano, secondo studiosi titolati, anche il dilagare dei social network: la ricerca di una affermazione, un “posto al sole”, un minimo di gloria e considerazione da parte degli altri, insomma il Narciso che sta dentro tutti noi, anche senza motivo. E non ci sarebbe nulla di male se, prima, ci si ponessero alcune domande alla base del rispetto e della convivenza umana. In questo caso specifico: è rispettoso divulgare dei posti senza chiedere il permesso a nessuno? E’ giusto aggrapparsi,come se fossero tacchette invisibili, a motivazioni tipo “io lo faccio per autofinanziarmi” (costo del sito, oggi costano 30 euro all'anno!!!!!, ndr) o i chiodi che ho piantato, magari pochi, in quel sito d’arrampicata? Io rispondo che per mettere in linea intere guide, bisognerebbe rendere partecipe, chi prima di lui e in molti casi più di lui, ha lavorato e sviluppato tali settori, discutere e accordarsi se farlo oppure evitarlo. In caso contrario è facile che tali persone, dopo anni di lavoro, di diplomazia con i proprietari dei terreni, di finanziamento personale, si “alterino” nel vedere il proprio lavoro spiaccicato in rete su un sito fatto da qualcuno che in alcuni casi non conta nulla o quasi, e soprattutto che lo ha fatto solo per pochi euro, diciamo pure per una gloria che non gli appartiene. Io sono per la pace e la diplomazia, mapace e diplomazia si basano su etica e rispetto, principi che non sarebbero neppure da spiegare. Chi non li capisce da sé, può comprendere tali “elucubrazioni”.
E soprattutto, come ne usciamo: chi non ha né etica né rispetto ha diritto a pace e diplomazia? Siamo tutti molto bravi, proprio sui social e sulla rete, a condividere frasi epiche contro la guerra, il terrorismo, l’antisemitismo, poi torniamo a casa e dimentichiamo che tale rispetto andrebbe applicato alle piccole cose, anche come questa.
E' iniziando dalle nostre misere realtà che si costruiscono i grandi ideali e soprattutto è con l’esempio che si insegna ai propri figli e alle nuove generazioni che cosa sono ETICA, RISPETTO e quindi CIVILTA’!
Guida Alpina Roberto Vigiani
Risposta all'articolo da parte di Federico Picinali: "Caro Roberto, > Ci siamo conosciuti agli inizi di gennaio. Mi trovavo a Greppolungo con la mia ragazza e abbiamo incontrato per caso Grazia e te. Vista la nostra scarsa esperienza del luogo, ci avete guidati verso una falesia della zona, mostrando una gentilezza e apertura davvero notevoli. E' stato un ottimo giorno di arrampicata e di 'ricongiungimento' con le Apuane, dopo mesi passati nella grigia Inghilterra, dove entrambi viviamo. E questo anche grazie alle indicazioni che ci avete dato. Senza di esse, forse, in falesia non ci saremmo arrivati! > Ho appena letto il tuo pezzo 'Questione etica'. Non essendo un 'local' delle Apuane - sebbene le visiti spesso - non sono in grado di capire dall'articolo se la tua critica sia mirata ad un particolare sito e/o ad una particolare persona o se sia una riflessione piu' generale sull'uso di internet al fine di divulgare topos etc. Probabilmente si tratta di entrambe le cose. > Inizio con una confessione: sono un utente di relazioni online, sia qui in Inghilterra che in Italia. Senza di esse probabilmente conoscerei la meta' delle falesie e vie Apuane che ora conosco. E' dunque evidente che trovo questi strumenti molto utili. > Cio' detto, mi rendo conto che la paternita' degli sforzi degli scopritori, pulitori, apritori di vie e falesie vada necessariamente riconosciuta sulle guide online. Tuttavia, non sono convinto del fatto che codeste persone debbano necessariamente essere interpellate sull'oppotunita' di pubblicare online informazioni sulle loro opere - quasi che esse avessero un diritto di veto su queste pubblicazioni. Dopotutto, se scopritori, pulitori e apritori hanno un diritto da vantare, questo e' il diritto di paternità della loro opera; ma non e' il diritto di proprietà della stessa - poiche' la montagna e le sue pareti sono un bene dell'umanita'. Quindi, mi sembra ragionevole e dovuto che si menzioni sulla guida online il nome dell'apritore di una via o valorizzatore di un'area; ma mi sembra irragionevole che si debba chiedere a questa persona il permesso per rendere pubblica una sua opera e dunque renderla fruibile ad altri. > Per portare un esempio inglese, credo che il sito di UKClimbing si ispiri all'idea appena esposta di rispettare la paternita' dell'opera, senza pero' attribuirne o riservarne la proprieta' ad alcuno. Il sito ha una vastissima collezione di topos dove - a quanto ne sappia - ognuno puo' inserire informazioni su vie, che verranno pubblicate dopo un controllo della redazione. In particolare, e' possibile inserire una descrizione dell'accesso e della via e allegarne foto. In questo modo le vie recensite sono tantissime e chiunque puo' trovare informazioni utili per recarsi sul luogo. In tutto questo processo, I valorizzatori e apritori non hanno alcun potere di veto. Chi conosce la zona la puo' recensire, a prescindere dal fatto di aver piantato uno spit (qua ce ne sono pochi, comunque) o ripulito la base della falesia. Tuttavia, la paternita' degli sforzi per valorizzare la zona e aprire la via e' (di solito) riconosciuta con un'apposita menzione. > Pensa che su UKC ci sono anche vie e falesie Apuane, nonche' vie del Muzzerone di tua paternità! > Io credo che questo sia un buon modello. Forse mi sbaglio, ma sarei molto contento di vederlo realizzato in Apuane. > Con stima (e ancora riconoscenza per quella giornata...). > Federico Picinali"
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